martedì 16 dicembre 2014

Stampi e frolle farcite

Domenica avrei dovuto studiare ma avevo comprato un nuovo stampo per biscotti! ^_^

FROLLE FARCITE con crema di nocciola e cioccolato bianco


Ingredienti per circa 30 frolle

Per la pasta frolla chiara:
200 g farina 00
80 g zucchero semolato
1 pizzico di sale
1 uovo
100 g burro ammorbidito

Per la pasta frolla al cacao:
200 g farina 00
80 g zucchero semolato
1 pizzico di sale
1+1/2 cucchiaio cacao amaro
1 uovo
100 g burro ammorbidito

Per la farcitura:
crema alla nocciola
cioccolato bianco
burro


Come si preparano

Pasta frolla chiara.
Versate gli ingredienti secchi sulla spianatoia o nel robot, unite l'uovo e il burro a tocchi. Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Avvolgete la pasta con la pellicola e trasferitela in frigo per 30 minuti.

Pasta frolla al cacao.
Ripetete le operazioni del passaggio precedente.

Frolle.
Stendete la pasta chiara dello spessore di 5 mm e con l'aiuto di uno stampo per biscotti tagliate la pasta. Disponete i biscotti sulla placca del forno.
Ripetete l'operazione con la pasta al cacao.
Cuocete i biscotti in forno per circa 15 minuti a 180°C. Lasciate raffreddare.

Composizione delle frolle.
Per la farcitura al cioccolato bianco sciogliete il cioccolato a bagnomaria con un po' di burro. Con la crema ottenuta farcite le frolle al cacao unendole due a due.
Se avete fretta, al posto della crema al cioccolato bianco potete usare della crema al latte acquistabile nei negozi di alimentari.
Con la crema di nocciola farcite le frolle chiare.

Con questa ricetta partecipo al contest di Ileana "Accogliamo Babbo Natale"





martedì 9 dicembre 2014

Cappellacci alla zucca e ricordi d'antan

Il tavolo della cucina doveva essere libero perché si doveva fare la pasta.
Facevo la merenda in piedi guardando le donne intente nelle loro mansioni mentre ascoltavo con aria interessata gli argomenti di cui discutevano. Erano storie dei grandi, non le capivo ma sorridevo ai loro sguardi complici.

La cucina d'autunno odorava di zucca, di patate americane, di castagne e di uova sbattute. Le uova non mi sono mai piaciute e il rumore della forchetta che le sbatteva mi ricordava lo sbattutino che mia madre spesso preparava. Stavolta le uova servivano per fare la pasta. Ero serena.

Gli sbuffi bianchi di farina sui loro visi segnati dal tempo mi facevano sorridere, non ero la sola a sporcarmi. Vedere i loro gesti, osservare come le mani traducevano sapientemente la loro esperienza mi affascinava e pensavo che anch'io volevo fare la pasta. Impastarla, stenderla, tagliarla e farcirla di buono. Il problema sarebbe stato ripiegarla.

Le loro dita si muovevano veloci e non riuscivo a capirne il segreto, anch'io volevo farli i tortellini ma potevo darmi tempo: probabilmente era una cosa che si imparava da grandi.

CAPPELLACCI ALLA ZUCCA CON MANDARINO E SALVIA


Ingredienti per 6 persone

Per la pasta:150 g farina di kamut (io, di Molino Grassi)
50 g semola di grano duro (io, Kronos di Molino Grassi)
2 uova grandi

Per il ripieno:
400 g zucca violina
4 amaretti
2 cucchiai di pangrattato
3 chiodi di garofano
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di semi di finocchio
qualche goccia di tabasco
1 mandarino non trattato
olio extra vergine di oliva
sale

Per il condimento:
3 noci di burro
salvia
semi di zucca
Parmigiano Reggiano grattugiato


Come si preparano

Pasta.
Versate sulla spianatoia le due farine miscelate, formate un incavo al centro e versate le uova leggermente sbattute. Impastate portando la farina dall'esterno verso l'interno. Lavorate l'impasto fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico.

Ripieno.
Togliete la scorza dalla zucca, eliminate i semi e tagliatela a tocchetti. Scaldate due cucchiaii di olio extra vergine di oliva in una padella, aggiungete i chiodi di garofano e lasciate insaporire l'olio per 1 minuto. Cuocete la zucca fino a farla diventare tenera, aggiungendo acqua quando serve. Eliminate i chiodi di garofano e trasferite la zucca in una terrina.
Schiacciate la zucca con una forchetta o riducetela in purea con il passa-verdura. Unite lo zenzero, i semi di finocchio tostati e leggermete pestati, il tabasco e metà della buccia grattugiata del mandarino. Aggiungete gli amaretti frantumati, il pangrattato e qualche pizzico di sale. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti.

Cappellacci.
Stendete la pasta il più sottile possibile e tagliatela a quadri con lato di circa 8 cm. Mettete al centro di ciascun riquadro un cucchiaino di ripieno; ripiegate la pasta su sé stessa per formare un triangolo e premete bene i bordi. Sovrapponete le due punte laterali, portandole verso la base per dare la classica forma dei cappellacci.
Lessate i cappellacci pochi per volta in acqua bollente salata per qualche minuto.

Ultimazione e decorazione del piatto.
Fate fondere il burro in una padella con fondo spesso e fate rosolare la salvia, i semi di zucca e la scorza di mandarino rimanente per un minuto.
Scolate i cappellacci e versateli nel condimento, aggiungete un po' di Parmigiano, un cucchiaio di acqua di cottura e spadellate per un minuto. Servite.


Con questa ricetta partecipo al contest di Molino Grassi "Impastando s'impara"


lunedì 1 dicembre 2014

Profumo di Natale

La colonnina del termometro non scende, il letto si nasconde sotto un piumone troppo caldo e l'armadio è colmo di cappotti non ancora indossati. Un 1 dicembre troppo caldo. Manca pochissimo a Natale e inizio a pensare ai regali e ai piccoli pensieri che potrei donare alle persone care. Magari qualcosa fatto da me. Un dolce che profumi di Natale.

Esistono due spezie che messe insieme inevitabilmente evocano il buon odore delle feste: cannella e chiodi garofano. E c'è una torta, o meglio una crostata, che lo sa fare meglio di altre, è una torta austriaca della città di Linz.


La sua ricetta è una delle più antiche mai scritte (1696), seconda solo a quella di un dolce veronese molto simile (1653). Di versioni, come sempre quando si tratta di preparazioni antiche, ne esistono in abbondanza, tutte però convengono sull'utilizzo di cannella e chiodi di garofano nella frolla, e di una confettura rossa, di carattere, come quella di lamponi, ribes o lekvàr, per la farcitura; circa la frutta secca invece non sono ancora riuscita a capire se si devono usare nocciole o mandorle tritate, qualcuno cita anche le noci.

Personalmente ho seguito la ricetta proposta da Monique sostituendo però la farina di mandorle con quella di nocciole (questo perché nel sito di informazione turistica della città di Linz, tra gli ingredienti della ricetta originale della Linzertorte vengono menzionate solo le nocciole tostate).

LINZERTORTE


Ingredienti

250 g farina 00
250 g farina di nocciole
250 g zucchero semolato
250 g burro
1 uovo
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
2 chiodi  di garofano
250 g confettura di lamponi/ribes o lekvar

1 uovo per la finitura

Come si prepara

In un contenitore mescolate la farina 00 con quella di nocciole, lo zucchero, la cannella e i chiodi di garofano finemente pestati. Aggiungete poi il burro a tocchetti, l'uovo e impastate fino a quando la massa sarà omogenea. Avvolgete la frolla con pellicola da cucina e lasciatela riposare in frigo per un'ora.
Stendete 3/4 di pasta considerando uno spessore di circa 5 mm e rivestite una teglia per crostate preventivamente imburrata e infarinata. Bucherellate la base e distribuiteci sopra la confettura.
Con la pasta avanzata create delle strisce che metterete sulla superficie della crostata formando il classico reticolo.

Sbattete l'uovo avanzato e spennellate la pasta.
Cuocete in forno a 180°C per circa 40-45 minuti.


Con questa ricetta partecipo al contest di Barbara, Ricette di Natale












 

mercoledì 26 novembre 2014

Linguine agli scampi, un amore di pasta

Non amo particolarmente la pasta ma se devo scegliere prediligo le paste piene, consistenti e pesanti, ovvero quelle ruvide che sanno incorporarne il sugo o quelle ripiene che i sapori se li portano dentro.

Quand'ero piccola la scelta degli spaghetti era spesso motivo di buffe baruffe tra mio padre che non acquistava tipologie superiori al n° 3 e mia madre che invece preferiva gli spaghetti più grossi. Io gli spaghetti non li mangiavo, troppo inconsistenti e lisci, la mia scelta sarebbe ricaduta direttamente sui bigoli. Bigoli al ragù quando si andava al ristorante.

Mi piace sentire la consistenza che fa resistenza o che si lascia penetrare, mi piace odorare il profumo avvolgente del sugo e poterlo gustare e respirare anche in bocca. Amo ascoltare il cibo. Tutto ciò che non me lo permette, lo evito.

A una cena che spaziava dal crudo di pesce all'astice alla catalana, mi proposero delle linguine agli scampi:
- la ringrazio ma sono sazia [... non amo la pasta liscia]
- questa è fatta con amore, gliene porto poca.

E l'amore c'era davvero.
Le linguine in un vortice ricco e passionale trattenevano il gusto penetrante e lievemente piccante del sugo che come una pozione racchiudeva in segreto svariati ingredienti ...

LINGUINE AGLI SCAMPI



Ingredienti per due persone

140 g linguine
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 spicchio di aglio
1 scalogno (piccolo)
1 zucchina (piccola)
2 gambi di finocchio
20 pomodorini
8 scampi
vino bianco e brandy per sfimare
sale, pepe
peperoncino in polvere

Come si preparano

Scaldate un cucchiaio di olio in una padella di ghisa o con fondo spesso, soffriggete l'aglio (lasciato intero) e lo scalogno affettato grossolanamente.
Aggiungete gli scampi da cui avrete eliminato il filetto nero e sfumate con un po' di vino e brandy. Lasciate evaporare l'alcol a fiamma vivace.
Eliminate lo scalogno e l'aglio e togliete gli scampi.
Aggiungete la zucchina finemente affettata, i pomodorini divisi in 4 parti e i gambi di finocchi tagliati a pezzi grandi. Cuocete a fiamma dolce con il coperchio fino a quando i pomodorini non saranno completamente disfatti; lasciate asciugare il sugo e regolate il gusto del sugo con sale, pepe e un pizzico di peperoncino. Eliminate i gambi di finocchio.
Portate a bollore dell'acqua salata e cuocete le linguine tenendo la cottura 2 minuti indietro rispetto i tempi previsti.

Togliete il carapace da 6 degli 8 scampi e uniteli al sugo spezzettati.
Trasferite la pasta nella padella del sugo e spadellate per 2-3 minuti versando qualche cucchiaio dell'acqua di cottura.

Servite guarnendo i piatti con uno scampo intero.

Con questa ricetta partecipo al contest Sfumature di Gusto per la categoria dei primi.

lunedì 24 novembre 2014

Grissini alla salvia

Ok, ho barato, la pasta l'ho comprata! ^_^

Se voi invece siete più brave e avete tempo e voglia, potete fare della pasta per pane e poi procedere con l'esecuzione semplicissima della ricetta.
In 15 minuti otterrete dei grissini home-made croccanti e gustosi!

GRISSINI ALLA SALVIA



Ingredienti

pasta pane
foglie di salvia secca (o altra erba aromatica a piacere)
sale rosa dell'Himalaya

Come si preparano


Stendete la pasta pane fino a uno spessore di 3 mm dando forma rettangolare. Dividete la pasta a strisce larghe 5-6 mm. Frantumate finemente con le mani le foglie di salvia e distribuite la polvere sulla pasta. Prendete un striscia di pasta alle due estremità e attorcigliarla su se stessa. Procedete in questo modo con tutta la pasta.

Distribuite i grissini sulla placca del forno, aggiungete qualche pizzico di sale e cuocete in forno caldo (180°C) per circa 10 minuti (dovranno essere dorati).



giovedì 20 novembre 2014

Bocconcini verdi

Nuova sfumatura e nuova ricetta per il contest Sfumature di Gusto.
Ad ogni portata il suo colore, verdi gli antipasti, giallo/arancio i primi, rosso/viola i secondi (qui trovate la mia interpretazione), e infine tonalità bianco/nere/marroni per i dolci.

Pensare in verde non è poi così difficile, quanti ingredienti di questo colore possiamo utilizzare in cucina? Moltissimi, basti pensare agli ortaggi di stagione (spinaci, cavoli, bieta, broccoli, eccetera) alle idee più "croccanti" come i pistacchi e i semi di zucca oppure in alternativa, alle polveri come quella del the matcha o del wasabi e così via. Occorre solo un po' di fantasia e il gioco è fatto!


CREMA DI BROCCOLI ALLA SALVIA CON POLPETTINE ALLE CASTAGNE E GORGONZOLA



Ingredienti per una decina di monoporzioni

200 g broccolo verde
4 foglie di salvia fresca
1 spicchio di aglio
tabasco
100 g castagne già lessate
50 g gorgonzola dolce
latte di riso
semi di zucca decorticati e tostati
sale affumicato
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva


Come si prepara

Dividete le cimette del broccolo e lavatele. In una padella scaldate un cucchiaio di olio e soffriggete lo spicchio d'aglio con la salvia per 2 minuti; unite il broccolo, abbassate la fiamma, coprite e portate a cottura versando qualche cucchiaio di acqua quando serve. Eliminate l'aglio e la salvia e trasferite il broccolo nel vaso del frullatore, frullate versando a filo del latte di riso fino a ottenere a la consistenza desiderata. Versate un cucchiaio di olio, 4 gocce di tabasco e mescolate.

Pestate i semi di zucca e insaporiteli con il sale affumicato.

Passate le castagne col passaverdura per romperle, incorporate il gorgonzola spezzettato e formate delle polpettine. Versate i semi di zucca su un piatto e rotolateci le polpettine cosicché da ottenere una "panatura" di semi. Se i semi non si attaccano potete passare prima le polpettine in una pastella leggerissima di farina di riso e acqua.

Versate uno o due cucchiai di vellutata in un contenitore monoporzione a vostro piacere, completate con una polpettina e servite.




sabato 15 novembre 2014

Le ricette magiche esistono davvero

Ho trovato una ricetta di biscotti con più "senza"che ingredienti, pensare poi che ne potessero uscire dei dolcetti fragranti, profumati e pieni di aroma non era cosa facile e infatti, l'unico motivo che mi ha spinta a provarla è stata la mancanza di uova.

Le ricette magiche esistono davvero.

Qui trovate la ricetta originale, sotto la mia versione aromatizzata.

BISCOTTI ALLA CANNELLA E MANDARINO
senza uova, burro e lievito


Ingredienti 

250 g farina 00
100 g zucchero di canna
80 g yogurt bianco
16 g olio di mais
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
scorza grattugiata di 1 mandarino non trattato
1 pizzico di sale
zucchero di canna per guarnire


Come si preparano

Amalgamate yogurt, olio e zucchero con lo sbattitore elettrico.
Miscelate la farina con il bicarbonato, il sale, la cannella e la scorza di mandarino.
Impastate gli ingredienti secchi con il composto di yogurt.
Dividete l'impasto in parti grandi come una noce e per ciascun pezzo formate dei cordoncini a cui poi unirete le estremità per formare un cerchio.
Spolverate i biscotti con lo zucchero di canna e infornate a 180°C per circa 12-13 minuti. Lasciate raffreddare i biscotti sulla gratella e servite.


giovedì 13 novembre 2014

Sfumature rosse e viola, un secondo in concorso

Chi mi ha seguita sa che l'estate scorsa mi sono sbizzarrita con le tartare di tonno, gli abbinamenti particolari ma scrupolosamente scelti sono stati il leitmotiv che univa le varie versioni.

Per partecipare al coloratissimo contest di Cinzia [Essenza in Cucina] ho pensato di riproporre questa tartare tanto mediterranea quanto orientale; una tartare dal gusto sublime, delicato e quasi magico. Un piatto che può essere servito anche nelle stagioni meno propense al crudo, magari in versione finger food per accompagnare un aperitivo.



TONNO: TARTARE n°2
Tartare di tonno, menta e pepe di Sichuan, con capperi ed emulsione al wasabi





Ingredienti

tonno da consumare crudo
rucola
qualche foglia di menta fresca
pepe di Sichuan
capperi sotto sale
pasta di wasabi
olio extra vergine di oliva
sale
1 carota viola (se volete decorare come nella foto)
 
 

Come si prepara

Emulsionate mezzo cucchiaino di pasta wasabi con olio. Spezzettate la rucola e conditela con olio e sale.

Tagliate il tonno a piccoli cubetti, trasferitelo in una terrina ed unite alcune foglie di menta (leggermente tritate), qualche grano di pepe di Sichuan appena pestato, olio e un pizzico di sale. Mescolate bene gli ingredienti e lasciate riposare per mezz'ora in frigo.

Per impiattare aiutatevi con un coppa-pasta: sul fondo disponete uno strato di rucola, successivamente riempite lo stampo con la tartare e pressate. Sul piatto lasciate cadere qualche goccia di emulsione al wasabi e qualche cappero sciacquato dal sale. Estraete il coppa-pasta e servite dopo 5 minuti.

venerdì 7 novembre 2014

Pappardelle mare e monti e una riflessione

Il classico piatto mare e monti ma con profumi mediterranei velatamente ammalianti. Pomodorini, peperoncino e polvere di arancia concorrono a regalare al piatto quel qualcosa in più che fa dire "è buono".

Buono da mangiare e buono da pensare oppure buono da pensare e quindi buono da mangiare? Pur nutrendo una forte passione per la cucina e per la storia della gastronomia e nonostante abbia letto parecchi trattati sull'argomento, non sono ancora in grado di prendere posizione per l'una o per l'altra teoria. Tralasciando i fattori pratici ed economici - quelli religiosi non contano in quando sono sempre conseguenza dei primi - quale meccanismo vince sul nostro inconscio per farci apprezzare di più un cibo rispetto a un altro? Il gusto o la cultura (intesa come conoscenza, ricordi e tradizioni)?

Istinto o ragione? Non lo so.
Per esempio, sapere che nel mio piatto, invisibili e appena percepibili al gusto, sono presenti pomodorini, peperoncino e polvere di arancia, influenza in qualche modo il giudizio finale del piatto? Sì e no.

Dando per assodato che è impossibile arrivare a un risultato obbiettivo in quanto ogni persona è un concentrato diverso di cultura e istinto, provo a ragionare prendendo in considerazione la valutazione di un piatto buono, ben preparato e presentato. Oltre alla categoria più ruspante di chi mangia per mangiare che solitamente è attratta dalla quantità e dall'apparenza, ci sono altri due gruppi di persone, chi mangia per provare emozioni e chi si emoziona mangiando. La linea di confine sembra essere inesistente ma la differenza è invece importante: i primi sono solitamente attratti da ciò che vedono e conoscono, sapere quindi che è presente un ingrediente particolare in grado di suscitare curiosità o evocare ricordi legati magari a una vacanza o all'infanzia, può favorire il giudizio positivo di un piatto; i secondi invece, di natura più romantica, hanno un palato pulito che non ha bisogno di sapere e di vedere, quando mangiano assaporano, gustano e si lasciano trasportare solo dai sapori, dalle consistenze e dai profumi. A questi ultimi le sensazioni e i ricordi sovvengono come capita a Proust con la sua madelaine [... portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. ... All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio. ...].

La differenza sostanziale sta nel "programmare" l'emozione o lasciarla libera di esistere.
Chi sceglie un piatto in base agli ingredienti che lo compongono è comunque già propenso verso questo, chi invece sceglie una pietanza "al buio" può esprimere un giudizio assoluto. Sapere che nel mio piatto ci sono anche pomodorini, peperoncino e polvere di arancia può condizionare la prima categoria. Alla seconda categoria invece conoscere o meno gli ingredienti non fa differenza perché assaporeranno davvero il boccone solo una volta entrato in bocca.

Pappardelle mare e monti o pappardelle mare e monti con pomodorini, peperoncino e polvere di arancia?

Stabilito che le persone appartenenti alla seconda categoria sono rare e che è ancor più infrequente vivere la sensazione, piacevolmente malinconica, raccontata da Marcel Proust, ecco scritto perché i piatti dei menu dei ristoranti sembrano sempre più l'elenco degli ingredienti che li compongono.

PAPPARDELLE MARE E  MONTI (con pomodorini, peperoncino e polvere di arancia)

Ingredienti per due persone

150 g pappardelle all'uovo
100 g salmone affumicato
6 pomodorini
1/2 cucchiaino di semi di papavero
2 spicchi di aglio
4 foglioline di menta
1/2 peperoncino rosso secco
vino bianco
100 g finferli
1 rametto di rosmarino
1 noce di burro
qualche cucchiaio di latte di riso
2 noci
polvere di arancia (cliccate per la ricetta)
olio extra vergine di oliva
sale
sale affumicato

Come si prepara


Pulite i finferli. In una pentola fate rosolare uno spicchio di aglio, aggiungete i funghi e sfumate con del vino bianco, unite il rosmarino e cuocete per dieci minuti a fiamma dolce, salate e lasciate sobbollire con il coperchio fino a cottura. Spegnete la fiamma e fate sciogliere sui funghi la noce di burro, mescolate.

Tagliate i pomodorini in quattro pezzi e conditeli con un pizzico di sale e un cucchiaio di olio, aggiungete la menta spezzettata, i semi di papavero e l'aglio diviso in due. Lasciate marinare per mezz'ora.

In una padella di ghisa o antiaderente, scaldate l'olio di marinatura dei pomodorini; aggiungete i pomodorini  insieme agli altri ingredienti e il peperoncino frantumato, sfumate con poco vino bianco e cuocete per circa 15 minuti. Sminuzzate il salmone e aggiungetelo al sugo, cuocete per 5 minuti. Eliminate l'aglio e e unite i finferli (lasciandone qualcuno da parte) e cuocete per ulteriori 5 minuti mescolando. Frantumate le noci e unitele al sugo.

Frullate i funghi messi da parte con 1 cucchiaio di olio e uno di latte.

Portate a bollore dell'acqua salata e cuocete la pasta lasciandola un po' al dente, terminate la cottura spadellando la pasta aggiungendo qualche cucchiaio di pasta al sugo.

Servite con un cucchiaio di crema di finferli e una spolverata di polvere di arancia e sale affumicato.

Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia: Spezie, aromi e erbe aromatiche






mercoledì 5 novembre 2014

Deciso e corposo: un risotto autunnale

Decisione e carattere, sempre. Non amo le indecisioni e soprattutto non mi piace chi tergiversa lasciando intendere una cosa anziché un'altra. Credo nell'istinto anche se tendo ad essere razionale. Non conosco il limbo esasperante dell'esitazione: preferisco rischiare e magari soffrire piuttosto che rimanere ferma ad aspettare e vivere una vita voluta da altri.

Credo nell'anima, soffio vitale incosistente e astratto ma unica energia in grado di muoverci.

Credo nel corpo, nei segnali  che ci manda; credo nell' interrelazione tra corpo e anima.

Credo nel cielo e nella terra; credo nell'equilibrio, nell'equilibrio universale, fragilissima struttura che sorregge il mondo. Credo nel butterfly effect.

Credo negli occhi, nelle mani e nel gusto. Credo nelle emozioni, in tutte le emozioni.

Credo nella cucina, nella cucina amica, quella che si propone in punta di piedi, quella che sa rapire; credo nella cucina che sa emozionare, che sa far innamorare. Decisione e carattere, sempre.

RISOTTO AGLI SPINACI E CASATELLA TREVIGIANA DOP


Ingredienti per due persone

120 g riso vialone nano
200 g spinaci freschi
1/2 cipolla dorata
60 g Casatella Trevigiana DOP
menta valdostana (qualche foglia)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero
crostini al pomodoro (facoltativi)

Come si prepara

Lavare gli spinaci e lessarli per 2 minuti in acqua salata. Scolateli conservando l'acqua di cottura (che utilizzerete al posto del brodo) e immergeteli subito in acqua fredda così manterranno il tipico colore verde vivace. Scolate gli spinaci.
In una pentola scaldate un cucchiaio d'olio e imbiondite la cipolla tritata, versate il riso e fatelo tostare per 1 minuto. Sminuzzate qualche foglia di menta (5-6) e unititele al riso, continuate la cottura aggiungendo quando serve l'acqua di cottura degli spinaci. A metà cottura unite gli spinaci precedentemente ben strizzati e tritati. Portate a cottura il riso, spegnete la fiamma e mantecate con la casatella. Coprite la pentola con il coperchio per 1 minuto e servite il risotto con una leggera spolverata di pepe nero appena macinato. Decorate il piatto con dei crostini al pomodoro e delle foglioline di menta.

giovedì 30 ottobre 2014

Ricordi e mele

Ci sono certezze che nessuno può portarti via, piccole esperienze che odorano di scoperta, ricordi segreti che profumano di zucchero. Dolci memorie condivise con pochi, che portano in cuore sorrisi, smorfie e ghigni. Scherzi, confidenze, giochi e marachelle.

C'è solo una certezza nella vita, si chiama passato. Un passato fatto di scatti impressi nella mente, di ricordi dai colori sbiaditi, di voci lontane che ancora eccheggiano nella testa.

Raccogliendo le mele del frutteto di mio padre, immersa nel fruscio silenzioso delle foglie ormai ruggine, ascolto lo scalpìccio a tratti umido e a tratti croccante dei miei passi. La sensazione di nostalgia pervade i pensieri e poco dopo mi rivedo con mia sorella, proprio lì, nello stesso posto, a giocare a cercare i bruchi nascosti tra le foglie dei cavolfiori, a raccogliere gli ultimi pomodori rimasti nell'orto per mia madre o a scavare nella terra alla ricerca delle uova di lucertola.

Già, proprio dove mio padre faceva l'orto, adesso c'è un bellissimo frutteto di meli.

Gli anni passano, le situazioni cambiano ma il ricordo di un'infanzia pulita, piena e spensierata, il rispetto per la natura che nostro padre ci ha trasmesso, il desiderio inesauribile di scoperta e il credere nella meraviglia del mondo, resteranno per sempre piccole certezze che nessuno potrà mai portarmi via.

IL MIO STRUDEL DI MELE 


Ingredienti

Per la pasta:
220 g farina 00
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 pizzico di sale
50 g olio di oliva
acqua
semola di grano duro (per tirare la sfoglia)

Per il ripieno di mele:
6/7 mele
1 manciata di uvetta
1 limone non trattato
zucchero semolato
pane grattugiato

Per guarnire:
miele
granella di zucchero

Come si prepara

Pasta.
Nel contenitore dell'impastatrice mescolate la farina, lo zucchero e il sale; versate l'olio e azionate il motore, continuate ad impastare aggiungendo poca acqua alla volta fino a quando tutta la farina sarà incorporata. Lavorate l'impasto fino a quando sarà omogeneo ed elastico.
Sulla spianatoia distribuite poca semola di grano duro e tirare la pasta fino ad ottenere una sfoglia sottile di circa 1 mm.

Ripieno di mele.
Grattugiate la scorza del limone e spremetene il succo.
Pelate e tagliate a tocchetti le mele, trasferitele in una terrina, spruzzatele con il succo di limone e spolveratele con lo zucchero. Unite la scorza di limone e l'uvetta, mescolate e lasciate riposare 5 minuti. Scaldate una padella e cuocete le mele senza aggiungere acqua per circa 15 minuti (questa operazione serve a farle asciugare affinché la pasta dello strudel rimanga croccante). Lasciate intiepidire e incorporate 1 o 2 cucchiai di pane grattugiato

Composizione dello strudel.
Distribuite le mele al centro della sfoglia seguendo un disegno rettangolare, ripiegate tutti i lembi verso l'interno e con un coltellino affilato incidete delle fessure diagonali sulla superficie. Diluite e un cucchiaio di miele con uno di acqua e bagnate con la soluzione lo strudel, distribuite sulla pasta una manciata di granella di zucchero e infornate a 180°C per circa 30 minuti, la pasta dovrà essere dorata e croccante).

Con questa ricetta partecipo al contest "La Mia Torta di Mele: tra sapori e tradizioni” di RicetteDalMondo.it
 


e alla raccolta "Apple,. Sweet and Salty" per Love Cooking





 



martedì 28 ottobre 2014

Rustici al cocco e cioccolato e intervista

Se durante la settimana ho poco tempo per stare in cucina, durante il week-end oltre alla classica lista dei piatti che solitamente mi prefiggo di preparare, cerco di inseguire ricette che esistono solo nella mia testa e che con velleitaria velocità cambiano.

Credo di non aver mai eseguito una ricetta così come l'avevo immaginata in principio e anzi, la maggior parte delle volte il risultato ne è l'esatto contrario. Così una delicata crema al cocco con fondente al cioccolato da gustare dopo cena cucchiaino dopo cucchiaino, ha subito così tante modifiche mentali da trasformarsi in ruvidi e grezzi biscotti al cocco al cioccolato da inzuppare a colazione. Pazienza, succede anche alla carrozza di Cenerentola di trasformarsi in una banale e semplice zucca da sontuoso ed elegante calesse, o no? ;)

Provateli, vi assicuro che sono comunque buonissimi!

RUSTICI AL COCCO E CIOCCOLATO




Ingredienti

250 g farina 00
20 g semola rimacinata di grano duro
50 g farina di cocco
60 g cioccolato fondente
60 g zucchero semolato
1 uovo
100 g olio di soia

Come si preparano

Tritate grossolanamente il cioccolato. In un contenitore mescolate le farinec, lo zucchero, il cioccolato e unite l'uovo e l'olio. Impastate velocemente fino ad amalgamare gli ingredienti.
Mettete l'impasto sopra un foglio di carta da forno e chiudetelo formando un rotolo con diametro di circa 4 cm. Trasferite il rotolo di pasta in congelatore per circa mezz'ora.
Trascorso questo tempo, togliete la carta e "affettate" il rotolo - come fosse un salame - facendo delle fette spesse 1 cm. Distribuite i biscotti sulla placca del forno e cuoceteli a 180 °C per circa 15/18 minuti.

Se avete voglia di leggere ancora un po' e volete conoscere qualcosa in più di me, sul portale di PetitChef  trovate una mia breve intervista :)

Alla prossima ricetta!

mercoledì 22 ottobre 2014

Se l'impasto non lievita, crackers!

Va bene che per la panificazione sono negata, va bene che ho usato delle farine gluten free e tutti sappiamo che fanno a botte con la lievitazione, ma se ho seguito alla lettera una ricetta di un pane perfetto e ho usato la farina senza glutine per pane e pizza, me lo spiegate voi perché a me l'impasto non si alza mai di nemmeno un cm?

Sfortuna? Umidità e temperatura sbagliata? Forse il lievito era morto? Scarsa lavorazione? Uffff ... non lo capirò mai! Fatto sta che dopo 4 ore di attesa nella speranza di veder crescere l'impasto, ho perso la pazienza e dei gustosissimi e velocissimi crackers hanno avuto la meglio. ;)

CRACKERS SENZA GLUTINE DI GRANO SARACENO

 
Qui sotto riporto esattamente le quantità degli ingredienti indicati nella ricetta del pane (di cui purtroppo non riesco più a trovare l'autrice) per cui potete scegliere se fare questo o i crackers.

Ingredienti

450 g farina senza glutine per pane e pizza
50 g farina di grano saraceno
50 g zucchero semolato
1 uovo
200 g latte di riso
50 g burro
4 g sale
15 g lievito fresco


Come si preparano

Intiepidite il latte e scioglietevi il lievito, lasciate agire per 5 minuti.
Mescolate le due farine con lo zucchero e lavoratele nell'impastatrice (o a mano sulla spianatoia) con l'uovo, la miscela di latte e lievito, il sale e il burro morbido ridotto a tocchetti.
Impastate fino a quando sentirete la massa elastica e soda. A questo punto, continuate a lavorate la pasta con le nocche delle mani, ripiegando spesso la pasta, per altri 5 minuti. Coprite e lasciate riposare in forno a circa 40° C - vi basterà lasciare la luce del forno accesa - fino al doppio del volume (a me questo non è successo ... sgrunt!).
Lavorate di nuovo la pasta per qualche minuto e potete formare le pagnotte per fare il pane (da lasciar lievitare per un'ulteriore mezz'ora) o fare i crackers che vedete nella foto che vi assicuro essere deliziosi da sgranocchiare nature o da usare come base per crostini sfiziosi.

Per i crackers tirate la pasta fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 2 mm e con un taglia-pasta create dei rettangoli. Disponete i crackers sulla placca del forno e cuoceteli per circa 12 minuti a 180°C.

Ottimi sgranocchiati nature o da utilizzare come base per stuzzicanti crostini.





lunedì 13 ottobre 2014

Fongaro Riserva Brut, il contest

Quando si pensa alle frizzanti bollicine di uno spumante brut viene quasi scontato abbinare il vino a delicati antipasti e a leggeri piatti di pesce, solo i più audaci probabilmente lo accompagnerebbero a succulenti piatti a base di carne.

Nel caso del Fongaro Riserva Brut - Etichetta Nera però la situazione cambia: l'invitante sfumatura dorata fa immediatamente pensare a un vino di carattere, mentre le fini ma frenetiche bollicine, intense senza essere aggressive, sprigionano una miriade di profumi che spaziano dalla frutta matura al tostato della frutta secca. In bocca invece il gusto è sapido e puro, leggermente agrumato.

Prodotto con metodo tradizionale classico da 100% uve autoctone Durello (o Durella per i locali) e maturato in bottiglia per non meno di 40 mesi, il Fongaro Riserva Brut è senza dubbio un vino che tiene testa anche a piatti di selvaggina.


La ricetta che segue ne è la prova: per il contest Il miglior ingrediente per il Fongaro Riserva Brut, ho voluto avvicinarmi alle peculiarità sensoriali delle carni del colombaccio, una carne scura e saporita che cucinata con miele, nocciole e pistacchi assume delle note più eleganti. Infine per rendere il piatto ancor più amabile, ho servito la carne con una salsa senapata ai fichi compagna di un'effimera schiuma dalle note piacevolmente agrumate di clementina che curiosamente si avvicina ai sentori del vino. Curioso è anche il piccolo contorno a base di cipolla, dal vago gusto caramellato, al cacao e peperoncino che in un battibaleno fa l'occhiolino alle persistenti bollicine dello spumante Fongaro.

COLOMBACCIO AL MIELE, NOCCIOLE E PISTACCHI CON SALSA SENAPATA AI  FICHI E ARIA DI CLEMENTINE


Ingredienti per due persone

Per il colombaccio:
2 piccoli colombacci (o 1 di grosso)
4 cucchiaio di miele di castagno
1 manciata pistacchi non salati
1 manciata di nocciole
sale
1 rametto di rosmarino
olio extra vergine di oliva
brodo vegetale

Per la salsa senapata ai fichi:
5 fichi maturi
olio extra vergine di oliva
1/2 cucchiaino di senape di Digione

Per l'aria di clementine:
lecitina di soia, la punta di un cucchiaino
1 clementina

Per la cipolla caramellata al cacao e peperoncino:
1 cipolla dorata
2 cucchiaini di cacao amaro
2 pizzichi di bicarbonato
1/2 peperoncino
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva

Come si prepara

Colombaccio.
Fiammeggiate i colombacci per eliminare le piumette eventualmente rimaste, eviscerateli, pulite le interiora, lavateli e metteteli a bagno in acqua e aceto per 2 ore; trascorso questo tempo, prendeteli e tamponateli con carta da cucina. Preparate un'emulsione mescolando il miele con tanto olio fino a quando la consistenza sarà fluida ma ancora viscosa, unite poi le nocciole e i pistacchi pestati al mortaio.
Scaldate un filo d'olio in un tegame con fondo spesso, laccate i colombacci con l'emulsione al miele, salateli e adagiateli sull'olio caldo, rosolateli bene; aggiungete le interiora preventivamente sminuzzate, versate qualche cucchiaio di brodo caldo, coprite e cuocete a fiamma moderata per 20/30 minuti (il tempo dipenderà dalla dimensione dei vostri colombacci). Spegnete, trasferite i colombacci in un pirofila sporcata di olio, laccateli nuovamente con l'emulsione al miele, salate e irrorateli con qualche cucchiaio del fondo di cottura. Unite il rametto di rosmarino e terminate la cottura in forno a 180°C, spennellando di tanto in tanto la superficie dei volatili.
I colombacci saranno pronti quando la carne sarà tenera e la pelle bella dorata (attenzione a non seccarli troppo); estraeteli dal forno, avvolgeteli con della carta stagnola e lasciateli riposare per 10 minuti.


Cipolla caramellata al cacao e peperoncino.
Finché i colombacci cuociono tritate grossolanamente la cipolla e sminuzzate finemente il peperoncino. Mescolate il cacao al bicarbonato (operazione che servirà per velocizzare la "caramellizzazione" dovuta alla reazione di Maillard) e spolverizzate sulla cipolla. Scaldate l'olio, unite la cipolla e il peperoncino e cuocete rimestando per circa 10/15 minuti. La cipolla non dovrà rosolare.

Salsa senapata ai fichi.
Nel bicchiere del frullatore a immersione versate un dito d'olio, unite la polpa dei fichi e la senape, frullate fino ad ottenere una crema omogenea.

Aria di clementine.
Spremete il succo della clementina, filtratelo e unite la lecitina. Con un cucchiaio cercate di stemperare per quanto possibile i granuli di lecitina e frullate fino ad ottenere una leggera schiuma bianca sulla superficie.

Composizione e ultimazione del piatto.
Per una migliore presentazione utilizzate dei piatti bianchi e rettangolari o comunque dei piatti abbastanza grandi.
Scaloppate i colombacci e adagiate qualche pezzo al centro del piatto, affiancate la salsa senapata ai fichi e un cucchiaino di aria di clementine. Versate un cucchiaio di fondo di cottura sulla carne e servite con la cipolla al cacao e peperoncino.





domenica 21 settembre 2014

Autunno e uva, confettura

Chi farebbe mai più marmellate se non avesse la speranza di vivere almeno il tempo di poterle mangiare? Girolamo Sineri.

Lessi questa frase qualche mese fa e ne rimasi incantata. Le marmellate, le confetture e le conserve sono tutte preparazioni che richiedono tempo e amore, preparazioni che devono essere seguite e che non possono essere abbandonate. Hanno bisogno di essere "coccolate", dall'inizio fino alla fine, proprio come le persone che amiamo.

E per maturare, per diventare più buone, hanno bisogno di ancora più tempo, hanno bisogno di pazienza, come le cose belle.

Chi fa marmellate dunque ha la speranza di poterne godere, di poterle regalare, di poterle usare in una crostata o in abbinamento a formaggi rari o semplicemente di poterle spalmare su una fetta di pane; ha la speranza di poterne apprezzare il gusto ed i profumi o di vedere un sorriso, di ricevere un abbraccio o di sentirsi dire un semplice grazie. Chi fa marmellate ha speranza verso il futuro, verso l'umanità.

CONFETTURA D'UVA


Ingredienti

1 kg uva rossa della qualità che preferite
2 mele renette
450 g zucchero

Come si prepara

Staccare gli acini dai grappoli e lavarli sotto acqua corrente. Trasferiteli in una casseruola e cuocete con pochissima acqua per 15 minuti a fiamma dolce. Nel frattempo pelate e tagliate a pezzetti le mele. Passate l'uva nel passa-verdure per eliminare i semi e rimettete il succo ottenuto nella casseruola, unite le mele e lo zucchero e cuocete mescolando di tanto in tanto fino a quando avrete ottenuto la consistenza di una confettura.
Invasate su vasetti sterilizzati, chiudete e lasciate riposare almeno un mese prima di consumare.


giovedì 18 settembre 2014

Terza e ultima fase: risotto ai fiori di zucca e lingua speziata

Terza ed ultima fase del concorso Risottiamo indetto da Riso Gallo.
Stavolta ad esserne protaganista è il Riserva Gallo Carnaroli, il riso dei risotti! ;)
 
La ricetta concorrente è composta da varie preparazioni che affiancate l'una all'altra, concorrono alla riuscita di un piatto dove le diverse consistenze e i sapori mantenuti appositamente ben distinti, si esaltano a vicenda: risotto ai fiori di zucca, due versioni di lingua di vitello speziata, cialde di parmigiano e pistacchi ed emulsione all'acciuga. Che ve pare?
 

 
Se vi piace la ricetta, qui potete votarmi e leggere il procedimento! ^_^
 
RISOTTO AI FIORI DI ZUCCA E LINGUA SPEZIATA
 
 
Alla prossima con una golosa confettura d'uva ;)

Valentina


martedì 16 settembre 2014

Butter cookies

Avevo scritto che avevo voglia di accendere il forno? Detto fatto! :)
Biscotti, torte, pane e crackers, lo scorso fine settimana il forno non ha mai smesso di lavorare ed io, di impastare. ;)

I biscotti della ricetta sotto, sono, ahimè, caloricissimi ma vi assicuro che mangiandoli non proverete nessun senso di colpa perché sono così friabili che sembrano leggerissimi; sono dei semplici biscotti al burro, senza uova né lievito ... se li conoscete, somigliano vagamente agli shortbread scozzesi di cui purtroppo non sono ancora riuscita a trovare la ricetta originale.

BUTTER COOKIES


Ingredienti

230 g farina 00
130 g farina di riso
100 g zucchero di canna
250 g burro

Come si preparano

Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, tagliatelo a cubetti e lavoratelo con lo zucchero. Aggiungete le farine e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo.
Tirate la sfoglia dello spessore di circa 2 cm e tagliate i biscotti della forma desiderata.
Essendo ricchi di burro, questi biscotti rischiano di non tenere la forma in cottura, per cui vi suggerisco di tenerli per 10/15 minuti in freezer prima di passarli in forno.
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 20 minuti.


Con questa ricetta partecipo al contest di Letizia, Un anno di colazioni: i biscotti



domenica 14 settembre 2014

Arrivederci estate

Altra giornata di sole e ultima ricetta estiva. La voglia di accendere il forno e di preparare pietanze calde, dalle pazienti cotture che assieme al corpo scaldano anche l'anima, è sempre più presente. D'altro canto all'inizio dell'autunno manca appena una settimana e perciò, arrivederci estate ...

PISELLI AGLI AROMI


Ingredienti per due persone

300 g piselli fini surgelati
1/2 scalogno
olio extra vergine di oliva
1 piccolo peperoncino
1 cm di zenzero fresco
aromi vari (io menta valdostana, maggiorana, timo limone)

Come si preparano

In una padella con fondo spesso, scaldate un cucchiaio di olio, aggiungete il peperoncino e fate appassire lo scalogno tagliato fine. Eliminate il peperoncino, unite lo zenzero tritato e i piselli ancora surgelati, mescolate e lasciate cuocere (occorreranno circa 15 minuti, se serve versate acqua).
A cottura ultimata, spegnete la fiamma, unite gli aromi, mescolate. Servite con un giro d'olio extra vergine a crudo.


Con questa ricetta partecipo al contest indetto dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, Colesterolo cattivo? No grazie!